Atrani

Sulle origini del borgo di Atrani non ci sono pervenute notizie storicamente certe. La prima attestazione dell’esistenza del borgo si ha in una lettera del 596 inviata da Papa Gregorio Magno al vescovo Pimenio. Ma la sua storia si è sempre intrecciata con quella di Amalfi. Atrani, sede dell’aristocrazia, faceva allora parte del Ducato Amalfitano che si estendeva da Cetara a Positano e solo i suoi abitanti e quelli della città marinara avevano il diritto di nominare o destituire i capi del Ducato.

…un posto nel quale sembra che il tempo si sia fermato…

Ha condiviso per secoli le sorti della vicina Repubblica marinara di Amalfi, entrando nella Confederazione Costiera col rango di città gemella; luogo dove si eleggevano i dogi della Repubblica: nella Chiesa di San Salvatore in Birecto avveniva, infatti, la solenne cerimonia di vestizione dei dogi e si imponeva loro il birecto, il berretto ducale su cui erano i simboli e le insegne dell’autorità ed in quella stessa chiesa si dava loro sepoltura. Verso la metà dell’anno 1000, Roberto il Guiscardo invase l’Italia Meridionale, ma alcuni paesi costieri, tra cui Atrani, parteggiarono per il pontefice che aveva organizzato una lega antinormanna. 

…Masaniello il rivoluzionario napoletano…

Il borgo di Atrani Saccheggiato dai Pisani nel 1135 e 1137, venne parzialmente distrutta. Nel 1222 San Francesco d’Assisi di passaggio in Costiera, sostò ad Atrani facendovi numerosi proseliti. Nella seconda metà del Duecento Manfredi piegò il fervore antisvevo degli atranesi inviandogli contro un presidio di 1000 mercenari alessandrini che s’insediarono nel paese cacciando gli abitanti. La tradizione racconta che solo l’intercessione di Santa Maria Maddalena riuscì ad allontanare i predoni. Di quella triste occupazione rimangono ancor oggi tracce nel dialetto atranese.


La terribile epidemia di peste del 1643 provò gravemente il paese e la chiesa di San Michele fu adibita a luogo di sepoltura.
La tradizione inoltre racconta che nel 1647, braccato dai soldati del viceré di Napoli, Masaniello, nato a Napoli nel 1620, si sia rifugiato ad Atrani, in una cavità poco distante dalla casa dei nonni materni.

Dall’entro della costa all’ampia svolta verde di casa rosa Atrani bianca, città d’un tempo e d’ogni giorno è colta dalla sorpresa d’essere

Alfonso Gatto